Inoltre – come afferma David Santillo, coordinatore della ricerca – due degli ftalati trovati ad alti livelli di concentrazione nel cavo dell’auricolare sono tossici per la riproduzione: è nota la loro capacità di interferire con lo sviluppo sessuale dei mammiferi e, per questo motivo, sono banditi in tutti i giocattoli e articoli per l’infanzia venduti in Europa.
Nel corso delle analisi, Greenpeace ha scoperto che la batteria dell’iPhone è stranamente saldata al telefono: è una modalità di progettazione che ostacola la sostituzione della batteria e complica il riciclo e lo smaltimento del prodotto.
Nel frattempo le aziende concorrenti di Apple, come Nokia, Sony Ericsson e Motorola, hanno rimosso il PVC dai loro prodotti ed hanno quasi completamente eliminato i BFR. Nokia e Sony Ericsson hanno adottato delle politiche di ritiro dei loro telefoni e si sono assunte la responsabilità del riciclo dei loro prodotti.
Per un maggior approfondimento scaricatevi il pdf con il dettaglio dell’analisi.
Cosa possiamo fare noi? Di certo possiamo sollecitare Apple a produrre prodotti più verdi (ne va della nostra salute e quella della Terra). Sul sito di Greenpeace, è presente una form da compilare per inviare una mail ai produttori di computer e sollecitarli ad una produzione più verde. E poi, non comprare un iPhone (anche se sappiamo che sarà molto difficile resistere)… va bè… tanto per ora per noi italiani non c’è problema, l’iPhone non è ancora in vendita…