Non è bello far incazzare un personaggio come Steve Jobs, il fondatore della Apple che ieri era a Londra per lanciare in Europa l’iPhone, ultima creatura dei telefonini.
A inquietare il 52enne genio della Silicon Valley sembra che ci sia riuscito Riccardo Ruggiero, l’euforico amministratore delegato di Telecom che aveva preannunciato lo sbarco imminente dell’iPhone sul nostro mercato. Nelle settimane scorse Jobs aveva fissato un appuntamento con il manager italiano a Cupertino, la piccola città della California dove si trova il cuore di Apple e di molte aziende hi-tech. L’incontro doveva avere un chiudere il contratto per la commercializzazione del telefonino con lo schermo a sfioramento che sta facendo impazzire gli americani.
Steve Jobs è rimasto molto deluso quando invece di Ruggiero si è trovato di fronte un giovane biondo con l’aria piuttosto saputella che si chiama Luca Luciani. È uno dei tre collaboratori dell’amministratore delegato di Telecom e si occupa di telefonia mobile. Insieme a Stefano Pileri e a Massimo Castelli, il 40enne Luciani fa parte della squadra che punta a governare Telecom anche dopo l’imminente arrivo degli spagnoli di Telefonica.
Al fondatore di Apple hanno raccontato il curriculum di Luciani sottolineando che per un anno è stato assistente di Tronchetti Provera, e poi dal 2004 ha raccolto a Tim l’eredità di Mauro Sentinelli. Il boss di Cupertino ha fatto spallucce e la trattativa per chiudere l’accordo sull’iPhone si è bloccata soprattutto sul punto che riguarda la possibilità di esportare la carta-sim sugli altri cellulari.
Ieri a Londra Jobs ha spiegato che Apple ha concesso l’esclusiva all’operatore O2 al prezzo di 269 sterline. Per ciò che riguarda l’Italia la parola è invece agli avvocati.