Tempo zero. Zero per me, per noi, Andrea ed io. E quando dico zero intendo niente, nada, nisba. Basterebbe anche potersi dire due parole senza fare lo slalom tra le cose da fare e di cui occuparsi. Ed è impossibile quando le nostre due ragazze sono sveglie e pimpanti.
Ci proviamo lo stesso, a tavola magari. Ma dobbiamo alzare la mano per chiedere il permesso di parlare, come ci ha insegnato Maria Sole. L’abbiamo voluta mandare a scuola e farne un essere sociale? Ecco le conseguenze: ci tocca alzare la mano per chiedere il permesso. Grazie, prego, scusi, non c’è di che. Tocca a me, no a te.
Il tempo è un lusso. E siamo in deficit, uno status costante in questo momento della nostra vita. E lo scopri solo quando davvero non ne hai più. Quando non ne hai mai, almeno. Così tutto riesce male, se ti ostini a far tutto. Oppure fai poco per farlo bene, ma sembra che tu non stia facendo niente.
Non abbiamo supplenti, non abbiamo alter ego che ci sostituiscano. Né nonni, né zie, né amici. Siamo sempre noi, Andrea ed io, i protagonisti. Così capita che quando non hai tempo non hai nemmeno il tempo per volerti bene, per una carezza, uno sguardo d’intesa. Quando non hai tempo, devi rimandare tutto a dopo e non sai quand’è dopo. Sei fortunato se hai fatto scorte adeguate di fiducia, rispetto e anche buona educazione. Perché capita, quando non hai tempo, di mandarsi anche a quel paese.
Così per fare i romantici tocca aspettare. Quando ci si incrocia al mattino in pigiama e calzettoni o la sera, sempre in pigiama e calzettoni, c’è poco altro da fare. Eppure lui mi sembra ancora bellissimo. Pare che io lo sia sempre di più, così mi dice. Per questo il sottofondo dei nostri fulminei, quanto rari, momenti romantici non può che essere “Tu fai schifo sempre”, dei Pandemonium.
Correva l’anno 1979 quando il gruppo di cantanti e attori napoletani – i primi veri dissacratori della storia del Festival di Sanremo – si presentò sul palco dell’Ariston con questo delizioso, irriverente dialogo tra lui e lei. Fu un tale successo questa canzone, che divenne il simbolo della manifestazione sanremese di quell’anno, condotta dal grande Mike. Qui ci sono alcune curiosità degne di nota.
Io vi riporto il testo e il link al video, perché credo che “Tu fai schifo sempre” sia un vero cult, imperdibile, indimenticabile. Per le coppie in deficit di tempo e d’attenzioni è un vero toccasana. Hei, ho detto toccasana, non toccatina!
“Certe volte mi chiedo se sto sognando
Possibile che tu abbia scelto me come l’uomo della tua vita
Io una persona così insignificante vicino a te che sembri una stella
Che sei una stella perché tu sei bella, tu sei fragile, sei un fiore
Ecco sei un fiore
Scetate guagliò
Tu fai schifo sempre
Da mattina a sera
Fai schifo sempre
Quan scendi le scale
Fai schifo sempre
Quan leggi ‘o giurnale
Fai schifo sempre
Fai schifo sempre
Tu si nu’ fiore profumato
Tu si na rosa, tu si nu guaie
Ma pecché nun te vaie
Tu fai schifo sempre
Tu comunque te vieste
Fai schif sempre
Te prepare ‘pa’ festa
Fai schif sempre
Si t’affacci a fenesta
Fai schifo sempre
Fai schifo sempre
Tu tiene a cocca ca è chiu’ doce e ‘na cerasa
Tu si nu guaie
Ma pecché nu muore maie
Quanno te penso
Sento nu brivido Nennè
Quanno te veco me vota e stomaco
E sai pecché, pecché
Tu fai schifo sempre
Da mattina a sera
Fai schifo sempre
Quan scendi le scale
Fai schifo sempre
Quan leggi ‘o giurnale
Fai schifo sempre
Fai schifo sempre”