Alcuni talenti restano nell’ombra.
Tipo, ‘sta regazzina che per anni e anni ha scritto canzoni e le ha date ad altri.
Poi, grazie al Cielo, qualcuno le ha fatto fare un disco tutto suo. Trattasi di Jessica Cornish, in arte Jessie J: cantautrice britannica che dopo anni nel backstage, finalmente è arrivata al centro del palco. Per intenderci, è quella che se ne fotte del «money, money, money» nella canzoncina che passa spesso in radio e che è uno dei tormentino più deliziosi e sorridenti degli ultimi tempi. Justin Timberlake (che qualcosa di musica ne capisce) l’ha indicata come «la più brava cantante del mondo», mica una Alexandra Stan qualunque. E così ascoltiamolo ‘sto disco, che già dalla tamarrissima copertina sembra presagire il peggio.
…e invece no, subito sorrisi ed allegria con la già citata Price Tag, quella del «money, money, money». Il duetto con B.o.B. (che pare essere una tassa oggi come oggi nel musicbiz) è perfetto per aprire un album allegro ed intenso, realizzato con cura e voglia di fare, indice del fatto che Jessie prima che per lavoro scriva canzoni (bellissime) perché le piace e si diverte. E così la struggente ammissione di colpe di Nobody’s Perfect mostra che c’è molto di più dietro un singolone primaverile che parla di «money, money, money», anche dal punto di vista dei suoni: ci sono tanti generi che si intrecciano ed influiscono nel più sincero pop. Se Abracadabra sembra un pezzo sempliciotto e patinato, Big White Room (qui in versione live, tralaltro, una vera finezza), mostra che la 24enne dagli ipnotici occhi blu che mi hanno fatto innamorare, ha una voce, e anche bella grande, molto più di tante presunte reginette della musica da tre soldi che si aggirano per le classifiche odierne messe tutte insieme, con una tecnica vocale rara, versatile ed a volte giocosa (andate su YouTube e cercate qualche live per credere). Arrivano subito dopo la sognante Casualty of Love e Rainbow, che tratta in maniera colorata il tema delle diversità. Who’s Laughing Now, invece è geniale: Jessie racconta in maniera intelligente e diretta delle persone che la prendevano in giro da piccola e ora desiderano la sua amicizia, cita FaceBook e YouTube e inizia con un Synth imitato direttamente dalla sua voce, senza contare il motivato che entra in testa. Geniale sul serio.
Do it like a dude è un divertente esercizio di stile per ballare esplorando i territori dell’HipHop che, per quanto ben riuscito, mostra pochissimo del talento della ragazza al contrario di Mamma Knows Best, altra incursione, questa volta però negli anni ’50. Una disarmante e semplice canzone d’amore come L.O.V.E. e Stand Up, che sembra un provino prima di diventare un Love anthem da cantare a squarciagola battendo le mani, precedono altri due pezzi dell’anima più intima di Jessica: la bellissima I Need This e Who You are, intenso dialogo con la propria anima. Nella versione deluxe su iTunes troviamo anche versioni acustiche di Price Tag (senza B.o.B., viva iddio), Do It Like A Dude (moooolto particolare) e Who You Are (in versione Live), perfette per prolungare l’ascolto di un disco che esalta, pone buone speranze per il futuro della musica pop e fa sorridere. Tanto. Perché la musica è anche sorrisi, non è soltanto «money, money, money».
scritto da Mm