È un po’ fuori luogo scrivere questa recensione adesso, perchè questo album è uscito ben 10 mesi fa. Però siamo ad inizio 2010, ed è tempo di bilanci e classifiche, e non potevo fare a meno di citare il disco più sottovalutato di tutto il 2009. È il primo album di quella ragazza che avete visto a Sanremo 2009 cantare una bellissima canzone che parlava dei capricci di una donna che vuole ancora sentirsi coccolata. Lei è Simona Molinari, giovanissima ragazza di L’Aquila, che ha portato sul palco dell’Ariston un inedito e stupendo mix tra jazz e pop come “Egocentrica”.
“EGOcentrica” (con l’Ego maiuscolo 🙂 non poteva essere titolo migliore per questo album, arioso, rilassante e pieno di belle canzoni fino all’orlo, poichè al centro di tutto c’è lei: la voce di Simona. Una voce particolare, rara, capace di impreziosire ogni brano. La accompagna un gruppo di professionisti (tra cui spiccano Fabrizio Bosso e Stefano di Battista, direttamente dalla scuderia “Blue Note”) che completano il prodotto aggiungendo al talento di Simona ulteriore classe e tecnica.
Simona Molinari è al centro, con la propria voce nei brani (e anche nel bellissimo mastering, va detto) ma soprattutto nei testi che, come la sua voce, colano di femminilità: dai capricci di “Come Sabbia”, alla passione erotica di “Peccato Originale”, il “tulipano che vive senza sole” di “Memorie”, l’atmosfera sognante di “Il mondo in un puntino”.Il capolavoro assoluto e punta di bellezza del disco, però, è “Nell’aria”, uno struggente brano scritto con Giò Di Tonno (che suona anche il piano) che parla di una vita spezzata, e che riesce a rendere poetica la parola “pixel”, utilizzandola come metafora del ricordo. Dopo il sisma di Aprile, questo brano è stato dedicato da Simona alla propria città, L’Aquila che è stata straziata dal terremoto nel clip del brano che mette i brividi dando tutt’altro senso al brano. Poi, in un immaginario “lato B” dell’album, ci sono le cover. E lì sembra davvero di essere NEL Blue Note. Canzoni stravolte, cambiate, ricreate con un’atmosfera tutta nuova. Il main theme di “La Vita È Bella”, “Nel Blu Dipinto di Blu”, “La vie en rose” e “Que Serà Serà” sono classici, difficili da interpretare senza sembrare noiosi o ripetitivi, eppure sembreranno quasi nuovi, freschi. Poi due sorprese: “Ta Douleur” (godibile anche per chi come il sottoscritto è affetto da allergia al Francese) e “Non è l’amore che va via”, uno stupendo brano di Vinicio Capossela.
La bella ragazza in copertina non è uno specchietto per le allodole, e prima di essere una bella ragazza è una talentuosissima interprete, un’eccellente cantante, capace di rilasciare emozioni ad ogni sillaba.
Una vocalità che dal vivo dimostra ancor di più il suo splendore, infatti, soltanto con molto impegno si potrebbe notare che il fantomatico “lato B” dell’album è registrato interamente dal vivo durante la sua tourneè canadese. È un disco di crossover tra pop e jazz, concepito senza riempitivi, nessun anello debole, nessuna canzone che porta a schiacciare skip, un album che è capace di diventare vittima di molteplici ascolti senza mai stancare, anzi, creando la voglia di ascoltarlo ancora, e ancora, e ancora.
L’armonia tra tutte le canzoni, dosate in maniera perfetta nei due “lati” immaginari del disco.
Un disco suonato da musicisti veri e di un livello raramente visto in Italia.
Si respira perfezione in ogni secondo di “EGOcentrica” e, ancora meglio, ascoltando questo album, si RESPIRA.
Si respira l’importanza del silenzio, dell’aria, che fa in questo modo risaltare ancor di più il sound degli strumenti e della meravigliosa voce.
Semplicemente, il migliore album pop italiano del 2009. [scritto da Mm]