C’è voluto del tempo per scrivere questa recensione. Per un fan, questo film è una vera e propria esperienza, è una degna rappresentazione di ciò che ci siamo persi quando Michael Jackson se n’è andato.
Non è un musical, come credono in tanti, nè un biopic sulla vita di MJ, come credono in troppi. È un documentario sulla realizzazione di “This Is It”, il suo ritorno sulle scene live, la serie di 50 concerti londinesi che Michael avrebbe dovuto tenere alla 02 Arena a partire dal 7 Luglio, l’ultimo sogno che voleva condividere con noi fan.
Alla faccia di chi dice che il Re del Pop fosse debilitato e stesse male, nel film mostra tutta la sua abilità di performer e una stupefacente grande voce. Un film noioso per i disinteressati all’aspetto tecnico della realizzazione di un grande show (il più grande che si sarebbe mai visto), ma sui curiosi ha un effetto emozionale devastante, anche soltanto per la fermezza sempre gentile con cui Michael chiede al tastierista di modificare la parte di piano in “The Way You Make Me Feel”, oppure la dolcezza con cui si scusa per non essere abituato alle ear-monitor.
Le canzoni, poi…le hit di sempre sotto una luce nuova grazie ad arrangiamenti maestosi e una band di professionisti che faranno esaltare i più tecnicisti. Sconsigliato invece l’acquisto della Soundtrack, soltanto l’ennesima raccolta di singoli, tutto per giustificare il singolo postumo “This Is It”, che non si può manco comprare da solo, se non su un EP da 7 euro…per la serie “sfruttiamo l’occasione”.
Per il resto, “This Is It” è emozione pura: lo show strutturato come un bellissimo sogno, Smooth Criminal montato con un film anni ’60, Thriller ri-girato in 3d, effetti speciali che visti dal vivo avrebbero fatto spezzare il fiato, visto che ci riescono anche sullo schermo.
È commovente (e anche un po’ inquietante) sapere che quel palco su cui Michael salta, canta e balla sia lo stesso su cui poi si svolgerà il memorial, su cui giacerà la bara.
Le lacrime scendono nel momento della preghiera di gruppo, quando MJ, mano nella mano con band, tecnici e ballerini, dice loro di essere una famiglia: le stesse parole pronunciate da Kenny Ortega (regista del tour mai realizzato e del film, oltre che della serie High School Musical) il giorno del suo funerale. Un film che avrebbe retto perfettamente anche se Michael fosse stato ancora in vita, ma con un ovvio fattore emozionale minore, e forse è stato confezionato in questo modo proprio per farci sentire che l’essenza del Re non morirà mai, e che Michael non morirà mai, per davvero. La sua immortalità da mito si sente dalla vita che infonde in ogni cosa.
E da ogni parola, passo, silenzio, sguardo, nota di Michael Jackson, è chiaro il motivo di qualunque cosa facesse:
“It’s all for Love. L.O.V.E.” [scritto da Mm]