iPhone chiama casaIn questi giorni si è molto (s)parlato dell’iPhone e del programma “killer” che lo tiene in ostaggio. Se tutti coloro che hanno versato fiumi d’inchiostro e di veleno su Apple, avessero visto il keynote di presentazione dell’iPhone 3G, forse non si sarebbero stupiti così tanto, visto che in quell’occasione Steve Jobs aveva parlato di un sistema che consentiva ad Apple di controllare gli iPhone, e che ogni applicazione installata sarebbe prima stata autorizzata da Apple stessa. Lo stesso Zibri (l’autore dell sblocco dell’iPhone di prima generazione), aveva manifestato perplessità sul suo blog l’11 giugno in merito all’Apple Push Notification Server.

Oltretutto l’intento dichiarato di Apple, è quello di evitare che programmi potenzialmente pericolosi (tipo virus), potessero in qualche modo creare problemi all’iPhone, e sarebbe stato da irresponsabili non avere un sistema del genere, visto che, tanto per fare un esempio, molti dei computer con Windows sono soggetti a virus che danneggiano i Pc dei loro proprietari, creandogli non pochi problemi. Il problema della privacy sollevato, a nostro parere è in ogni caso inesistente, poichè il controllo effettuato da Apple è sul programma e non sul suo contenuto di dati, quindi potete stare tranquilli, che i vostri dati sensibili sono al sicuro dagli occhi indiscreti.

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