In questi ultimi anni è stato più volte affrontato il tema della privacy applicato all’informatica ed anche l’iPhone ricade in questa analisi, che può avere aspetti inquietanti. Da una recente analisi effettuata da un professore universitario specializzato in sicurezza delle reti è emerso che oltre il 60% delle applicazioni gratuite di maggiore successo presenti sull’AppStore inviano dati identificativi sul dispositivo e nome utente a server privati, senza chiedere esplicita autorizzazione dell’utente. Nella maggior parte dei casi si tratta del codice UDID, ovvero l’identificativo unico del dispositivo che in ogni caso viene cifrato durante la trasmissione. Il documento di 20 pagine è consultabile liberamente ed è interamente in lingua inglese, nel quale vengono fatti i nomi delle applicazioni testate nel campione e i metodi di analisi dei dati. Dall’altra parte della barricata – ovvero riguardo a Google Market – la situazione non cambia. E voi, vi sentite preoccupati di quanto il vostro privato possa essere carpitro attraverso i comportamenti in rete? Letto su Punto Informatico [Scritto da IL_MORUZ]