Ehm. Ehm. Ehm. Quando si ascolta il nome “Claudio Baglioni” non si può fare a meno di dire ALMENO Ehm. Parliamo di un cantautore storico per la musica italiana. Un caposaldo del pop nello stivale. Un vocalist invidiabile (uno che una volta a settimana va dal foniatra, per intenderci).
Però ripassiamo la sua storia recente: Era il 2003 quando pubblicò “Sono Io (L’uomo della storia accanto)”, un album di inediti. Nel 2004, “Crescendo e cercando”, un cofanetto di 2cd con i più grandi successi riarrangiati. Nel 2005, “Tutti qui”, un cofanetto di 3 cd con i più grandi successi. Nel 2006, “GlialtriTuttiQui”, un cofanetto di 3 cd con i più grandi successi. Sempre nel 2006 esce “QuellideglialtriTuttiQui”, un cofanetto di 2 cd con i più grandi successi degli anni 60 riarrangiati.
Nel 2007 invece pubblica “Buon Viaggio Della Vita (Anteprima Tour Tutti Qui)” un immancabile cofanetto di 3 cd con i più grandi successi dal vivo per la prova generale del Tour di Tutti Qui. Considerato che ogni singola uscita si aggirava come costo sui 30€ l’una, uno “sticazzi” esce spontaneo. O no?
Mettendo insieme tutti gli inediti sparsi in tutti questi “cofanetti eccetera…” non si arriva ad un album intero. Che c’è? Claudio nostro ha smesso de scrive? E invece no. Così decide di creare un nuovo progetto. Una riproposizione di “Questo Piccolo Grande Amore”. ‘Na robetta originale. Film, Libro, Tour, Disco. 4 anime. Un progetto interessante, nonostante tutto. Così, nel 2009 esce “QPGA” il “nuovo” (per così dire) album di Claudio Baglioni. Un cofanetto di 2 cd. Chennovità. Ma stavolta è tutto diverso.
Lo storico (e meraviglioso, a mio parere) concept album del 1972 viene RISCRITTO da capo a piede, smembrato, ricreato. Ritornelli diventano strofe, Strofe diventano Ponti, Le canzoni si uniscono si risfaldano e diventano tutt’altro. E ci si diverte anche a scovare le citazioni di altre canzoni. Inediti (veri) scritti apposta per questa nuova release, si uniscono a versioni alternative e riarrangiamenti celebri. Tutto scritto bene (è Baglioni, mica l’ultimo fesso) e suonato benissimo e cantato meglio. Una sorta di opera rock monumentale che racconta (di nuovo) la storia già narrata nel disco “padre”. Una storia che qui è più dettagliata ed estesa.
52 tracce. Dev’essere stato impegnativo da concepire infatti è anche impegnativo da ascoltare. 52 tracce. “Questo Piccolo Grande Amore” divisa in chissà quante parti è il fil rouge dell’intero album (meravigliosa la parte cantata da Giorgia) oltre ad essere riproposta con un arrangiamento curato da Morricone con citazioni PinkFloydiane che non dispiacciono affatto. Il lavoro di produzione è fantastico, le riproposizioni dei brani catturano e per quanto ripetitive, riescono ad emozionare.
La cosa più particolare del disco è indubbiamente la partecipazione di più di 60 artisti tra i più conosciuti ed amati ed apprezzati in Italia. C’è praticamente chiunque. La lista è chilometrica, ma anche qui c’è un piccolo problema. Praticamente canta sempre e solo Baglioni. L’intenzione del “duetto” non c’è se non in rari casi (Cortellesi, Elio E Le Storie Tese, Sangiorgi). Sono piuttosto piccol(issim)i camei, (troppo) spesso impercettibili.
L’intenzione era ottima. Il prodotto finale non è assolutamente male, un bel disco, ma ci si aspettava assolutamente di meglio.
…se poi scoprite che cacchio ha cantato Morgan, avvisatemi. È un mese che cerco.
[scritto da Mm]