IN ATTESA DELL’INTERVISTA RILASCIATA AD iPODMANIA , RECENSIAMO L’ALBUM D’ESORDIO DI ANDREA NARDINOCCHI.

PRESTO, SU QUESTE PAGINE, L’INTERVISTA!

Ora ditemi che non c’è innovazione nel pop. Perché nell’indie-underground (Rockit insegna) ce n’è e va tutto bene, ma nel pop è rara da trovare. O forse non la cerchiamo abbastanza? L’anno scorso in radio arrivò una canzone pop abbastanza inusuale, non afferrabile al primo ascolto, ma al secondo sembrava già entrava in testa. Nome: Andrea Nardinocchi. Genere: Boh. Non si può scegliere, provateci e fatemi sapere. Io in iTunes ho “pop” ma è riduttivo. Decisamente. Andrea dopo Un Posto Per Me, ha atteso un po’ e ha appena pubblicato, in piena giostra Sanremese, il suo album d’esordio il cui titolo coincide anche con il tempo scelto per l’uscita: Il Momento Perfetto. Non un EP raffazzonato e confezionato di fretta, ma un full lenght album pensato e concepito con cura. «Mi dicono scrivi, ma ho il cuore spento» è il verso in cui è racchiusa la possibile e comprensibile ansia da prestazione del giovane cantautore bolognese nel periodo del mentre: dopo la pubblicazione del primo singolo e prima della pubblicazione dell’album.

L’intro, Il momento perfetto, appunto, è electro purissima, tradisce già l’intenzione di fare musica in un modo che in Italia non si è mai visto, così come non si è mai visto un cantante salire sul palco (di Sanremo, ma non solo) con un MacBookPro, una scheda audio e due controller midi e smanettare mentre canta. Una piccola rivoluzione di sonorità, simile a quella di quando in radio atterrò, quasi da un altro pianeta, Xdono del buon Tizianone Ferro. È quello l’effetto che ho provato quando ho ascoltato, come dicevo qualche rigo più in alto, Un Posto Per Me: Elettronica, Cantautorato, HipHopCheNonÈHipHop, ambienti sonori inediti e nuovi, un testo che più azzeccato non si può, data la condizione attuale dei ragazzi di questo paese, senza un posto, intendendo il “posto per me” come una condizione più mentale che spaziale. Le narrazioni sono terrene, almeno nella prima parte del disco: anche il testo della (pernulla)sanremese Storia Impossibile è semplice, lo si sente vicino, non è melenso ma è dolce e delicato ma anche ironico («come tu mi fai sorridere mentre mi fai incazzare», verso al sottoscritto molto, forse troppo, caro). Il pop puro c’è, si sente, si vede, si tocca con mano in Persi insieme, che è stata prodotta da Andrea e risuonata da Michele Canova, re del suono pop italiano e non solo che ha dalla sua parte l’aver creato il sound del grandissimo Lorenzo, l’ultima Giorgia, il prossimo Mengoni, il nuovo Fibra e il già citato principe Tiziano: un potenziale supersingolo.

È una scrittura fatta di fotografie appoggiate su tracce sonore, così come Le Labbra Screpolate apre un cassetto pieno di foto impaurite: prima le labbra come metafora dell’anima con i rimedi momentanei per lenirne le ferite, poi la follia condivisa con Fabio/Marracash in Tu Sei Pazzo, in cui si rifiutano le etichette e viene espresso il concetto di AlterEgo così vicino a chiunque salga su un palco e poi ancora la voglia di scappare di Le Pareti insieme a Danti, per un’altra incursione nel mondo del Rap prima di chiudere il mondo della paura con la traccia più scary del disco, Non Mi Lascio Stare, piena di “vocine nella testa” e di suoni dubstep per raccontare la magrezza (altro punto dolente comune anche a chi sta scrivendo, 54 chili di simpatia). Un altro genere ancora, che v’avevo detto io? Nonostante ciò, la vera, grande innovazione di An Na sta soprattutto nell’utilizzo della voce come parte integrante dell’arrangiamento, la cancellazione del confine tra il “suono” e la “voce”.

Fatti i conti con l’inadeguatezza, si passa all’amore, a lui è dedicata la chiusura del disco con la meravigliosa Bisogno Di Te e le sue liriche decise ma incantate e piene della necessità della presenza della persona amata («Guarda cosa hai fatto alle mie canzoni, sono pezzi di te»), a cui poi segue lo swing elettronico di Con Uno Sguardo che è sperimentazione senza alcuna paura: Piano, Giro Jazz, Sintetizzatori, Voci in Auto-Tune sfacciato e sopra le righe. Amare Qualcuno, invece è tra le tracce migliori del già ottimo disco, liriche colme di sincerità e fragilità, una confessione di una dolcezza disarmante, una musica fatta di vuoti e un finale rock&roll sintetizzato. Il disco si chiude con il quasi ermetismo di Come Stai e un rapporto controverso padre/figlio il cui senso va però intuito e non è chiaro e lampante ma va ricercato nelle minuscole crepe del testo, quasi come volendo spiare attraverso le parole. Un disco ispirato, un album diverso dal solito, un nuovo modo di concepire la musica, prima come bisogno, poi come prodotto, senza sminuire nessuna delle due parti. Sperimentazione e stranezza non rendono questo disco poco fruibile, anzi. Che Nesli, Andrea e alcuni altri siano una nuova strada nella musica italiana? Io lo spero, e ho già messo la freccia per percorrere quella strada. Magari non ora, ma arriverà, credetemi che arriverà, “il momento perfetto”.

scritto da Mm (@MarcoMm)

ANDREA NARDINOCCHI
IL MOMENTO PERFETTO
2013, GiadaMesi, Capitol
★★★★
disponibile in: CD / Digitale | Compralo su iTunes / Ascoltalo su Spotify

TRACKLIST
#01 Il Momento Perfetto
#02 Un Posto Per Me
#03 Storia Impossibile
#04 Persi Insieme
#05 Le Labbra Screpolate
#06 Tu Sei Pazzo feat. Marracash
#07 Le Pareti feat. Danti 
#08 Non Mi Lascio Stare
#09 Bisogno Di Te
#10 Con Uno Sguardo
#11 Amare Qualcuno
#12 Come Stai

iTunes Bonus Tracks

#13 Un Posto Per Me Rework 

#14 Confondersi

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