Il 3 settembre 2011 io dovevo essere a Taormina. Lì doveva esserci anche la mia attuale ragazza siciliana (che in teoria avrei conosciuto dal vivo là). Il mio essere discontinuo però, mi ha fottuto come sempre, non mi son più organizzato per la partenza e vabè. Da quel giorno ad oggi ho sempre avuto la sensazione di essermi perso qualcosa di importante. Sempre.Gli artisti italiani, troppo spesso, rilasciano materiale insensato. Alternano un album di studio ad una raccolta che nulla di nuovo aggiunge alla precedente, live inutili, dvd prodotti male e raffazzonati giusto per battere cassa.
…e poi c’è Jovanotti, che è un’eccezione.
Perché se tra Safari e Ora abbiamo gradito l’album ammerrigano Oyeah (testimonianza del suo fare piano-bar in giro per gli states), dopo Ora ci ha regalato un BELLISSIMO!!! (in maiuscolo, con tre punti esclamativi non rende l’idea di quanto bello sia) cofanetto/DVD/BundleDigitale dal vivo che ferma su pellicola il BELLISSIMO!!! (come sopra) tour di Ora e adesso… Un altro Live. Ma non un Live qualunque.
Il ricordo sonoro di una serata speciale dell’Ora Tour 2011: quella, giustappunto, del 3 Settembre, che ho bucato molto miseramente, me tapino. La sera in cui Jovanotti e la sua Band sono stati accompagnati dall’orchestra Roma Sinfonietta diretta da Paolo Buonvino. Non aspettiamoci un album mieloso e noioso, anzi: già l’apertura è affidata al ritmo con Bella. Gli arrangiamenti orchestrali scritti appositamente da Buonvino sono fenomenali e lo spirito della “serata speciale” si respira ad ogni singola nota. E così Serenata Rap diventa ariosa e Rythm&Blues, e ogni canzone supera in intensità la precedente. Ora è ancora più matura e riflessiva, proprio come L’elemento Umano (due capolavori di Ora e due dei migliori arrangiamenti del concerto, con giri d’archi da brividi).
La cosa più interessante di queste versioni è come Band e Orchestra siano complementari tra di loro, si scambino l’una all’altra i ruoli, soprattutto quando introspezione e ritmo si alternano come accade anche per Dove ho visto te e Temporale (dove l’orchestra si scatena con una trama arabesca) e facciano entrambe allo stesso tempo sia pensare e emozionare che ballare. Tra le tracce spicca anche una improvvisata Piove e il vecchio brano La Linea D’Ombra, raramente eseguito dal vivo (l’ultima volta nel 2004, non nel 1997 come dice Lorenzo annunciandola), più vicino a un reading che a una vera e propria canzone.
L’emozionalità è immensa, tanto che durante Le tasche piene di sassi mi sono ritrovato per strada con una lacrima che mi rigava il viso. Una canzone che, tralaltro, non mi tocca sul piano emotivo, ma sembra il culmine di un climax dato dagli archi, dalla voce di Lorenzo (emozionante ed intonatissima, alla faccia di chi dice il contrario, senza UNA nota modificata al computer), dalle parole troppo belle, troppo vere e troppo belle per essere vere, ma a cui il caro Jova, ormai ci ha abituato da un po’.
Se A te ormai è un classico e viene trattato come tale, Io ti cercherò rinasce letteralmente in questa nuova versione, così come Per te, brano di Buon Sangue forse un po’ trascurato che avrebbe meritato luce maggiore. A chiudere il concerto una coppia anacronistica: Un’Illusione (del 2011, meravigliosa) e Stella Cometa (1999), con la stessa intensità, a cui segue una versione da studio di Innamorato, registrata durante le prove.
Lorenzo è un’eccezione. Perché questo, non è materiale “in più”, ma è un disco costruito e creato con amore e cura maniacale dei suoni, della registrazione, dell’artwork, come fosse una major release nella sua discografia, è un disco che mi ha fatto comprendere a pieno la vena cantautorale-romantica-introspettiva di Jovanotti, che ci ha insegnato con la sua musica che le emozioni sono anche energia e viceversa, facendomi spesso ringraziare il cielo di condividere con lui il pianeta e la nazione (e attenzione al film allegato alla versione pubblicata su iTunes, che strappa le lacrime dagli occhi manco fosse Titanic). Avrei dovuto saperlo, a settembre, che mi sarei perso una piccola gemma della storia del pop italiano. Se dovesse continuare a pubblicare così tanto materiale, l’unico problema è che un tizio, se deve recensirlo, dopo un po’ non ha più modi originali per esprimere quanto Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti sia bravo.
Mm